13/10/12

Yes I can (o forse no)

Io a correre proprio non ce la faccio. E non sono nemmeno una di quelle che si rifiuta per principio, badate bene. Ci ho provato, ho sudato sotto il sole di mezzogiorno e ho tirato su col naso sotto la pioggia battente, ho la mia felpa perfetta con le tasche, le scarpette giuste che non stringono sul collo del piede, la playlist sul telefono è lì pronta da una vita. Ma ogni volta che mi metto d'impegno e decido di riprendere (o meglio, avviare) la mia carriera da podista, la forza di volontà mi viene a mancare dopo nemmeno qualche giorno. È che puntualmente mi si appannano gli occhiali, mi strozzo con le cuffiette e divento paonazza proprio quando sta passando il divo del parco, il corridore dall'aspetto distinto anche al ventesimo chilometro. Senza contare i dolori del giorno dopo, che andare a fare la pipì in un bagno pubblico diventa l'impresa più ardua che esista.
Però lo so che voi siete brave, siete migliori di me. Sono sicura che in mezzo a voi lettrici si nasconda almeno una fanatica di Zumba, due o tre patite dello spinning e mi aspetto anche qualche discepola dell'ormai démodé aquagym. Vi imploro, ditemi come si fa. Come ci si impone di muoversi? La disciplina in cui sono più ferrata è la maratona di telefilm trash e l'esercizio che più pratico è la strisciata carpiata della carta di credito, ovviamente comodamente seduta sul divano con il mio PC tra le braccia (vale come sollevamento pesi?).

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